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Chiesa di San Domenico

La chiesa di San Domenico, dichiarata monumento nazionale nel 1902, risale al XIV secolo ed è contigua all’omonimo complesso conventuale. Quest’ultimo, secondo alcuni storici identificabile con la residenza aquilana degli Angiò, venne donato all’ordine domenicano  dal re  Carlo II d’Angiò  in seguito ad un voto fatto durante la prigionia a Barcellona (il relativo diploma è datato 24 febbraio 1300). L’edificio, la cui costruzione inglobò delle preesistenze duecentesche, subì diversi danneggiamenti e conseguenti restauri a causa dei terremoti che, in particolare nel 1315, 1349 e 1461, colpirono la Città dell’Aquila. Il bilancio più drammatico si registrò tuttavia a seguito del sisma del 2 febbraio 1703, quando il crollo del soffitto, di parte del transetto e dell’intera area absidale causarono numerosissime vittime (circa 800), dato che la chiesa era gremita di fedeli per la ricorrenza della Candelora.

A partire dall‘800 il complesso conventuale fu adibito a carcere, chiuso negli anni Novanta del ‘900.

Notevoli sono la facciata trecentesca in pietra squadrata ed il portale romanico in pietra bianca e rossa.

L’interno, a tre navate con transetto sporgente e cinque absidi, in analogia con l’impianto originario della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, presentava un ricco apparato decorativo, opera di Saturnino Gatti. Le arcate delle navate sono state rivestite in seguito al rifacimento barocco, successivo al sisma del 1703.

info utili
Via Angioina, 67100 L'Aquila AQ

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